Anche il nostro indice principale, come tutti del resto, si trova in una fase di particolare sofferenza con uno storno del 25% circa rispetto ai massimi del 3 gennaio.
Posto che il FTSE MIB non è un indice “ben composto”, determinato da prevalenza di finanziari, non è facile vederlo performare quanto l’SP500 o il Dax, tuttavia grazie proprio alla ciclicità tipica dei titoli bancari, può dare buone indicazioni per operazioni dove, grazie alla movimentazione tipica, è possibile indicare graficamente livelli efficaci di ipercomprato e di ipervenduto.
L’impostazione attuale, come ben sappiamo, non è positiva, con il FTSE MIB che potrebbe continuare la sua corsa al ribasso in corrispondenza delle trendline dinamiche disegnate o del livello di supporto statico, prima di poter vedere una ripartenza.
A mio avviso, uno scenario positivo può vedere l’indice stornare ulteriormente dell’8/10%, scenario che può deteriorarsi fino ad un ulteriore –20% dalle quotazioni attuali.
In arancione trovate la quotazione di Intesa San Paolo, è simpatico vedere quanto i movimenti dell’indice e del titolo siano correlati.
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