La giornata di ieri è stata sicuramente indicativa dell'incertezza che regna sui mercati finanziari. Al di là delle scadenze tecniche trimestrali, sono giunte notizie che hanno evidenziato una crescente avversione al rischio e conseguentemente una pressione ribassista sugli asset considerati più rischio (le azioni ad esempio). Il benchmark di riferimento, l'S&P500, al pari degli altri listini azionari internazionali, dopo una settimana sostanzialmente laterale (che comunque aveva consentito di riportarci su quel target dei 3100 punti indicato 7 giorni fa), perdeva un livello di supporto importantissimo.
Il riposizionamento degli istituzionali sui nuovi contratti in realtà era già avvenuto settimana scorsa (in particolare lo spostamento sul contratto di settembre), ma il calo volumetrico registrato a ridosso dei 3100 punti poteva - fin dal pomeriggio di ieri - far presagire un calo delle quotazioni. Calo che è stato esacerbato dalla FED, che ha comunicato che il 25 giugno pubblicherà i risultati di stress test sul tessuto bancario americano al fine di valutare al meglio l'impatto del COVID-19 e calibrare in tal modo i prossimi interventi sulle reali necessità economiche.
Cosa aspettarci dalla prossima settimana? Lo ripetiamo, la tenuta dei 3000 punti è fondamentale in ottica rialzista ma in virtù della candela giornaliera di ieri - che evidenzia volumi crescenti - ci si potrebbe aspettare un ribasso prima verso area 3025 punti, poi proprio verso la soglia psicologica citata. Viceversa, un ritorno convincente sopra 3100 punti potrebbe far ripartire le quotazioni al rialzo, ipotesi che al momento è la meno plausibile.
The information and publications are not meant to be, and do not constitute, financial, investment, trading, or other types of advice or recommendations supplied or endorsed by TradingView. Read more in the Terms of Use.